Il primo laboratorio formativo di Pedagogia Hacker si è tenuto a Bologna il 18 e il 19 ottobre 2025 presso il circolo ARCI Guernelli. Un laboratorio che come CIRCE abbiamo voluto organizzare per socializzare strumenti, metodologie e attività messe a punto in questi anni.
Contesti di pedagogia hacker
Nell'ambito del macro-progetto C.I.R.C.E. che portiamo avanti dal 2018, le attività legate alla pedagogia hacker hanno proliferato, manifestandosi sotto forma di libri, articoli, interventi, percorsi formativi. Abbiamo accumulato decine di ore di videolezioni, bibliografie ponderose, materiali e semilavorati di vario genere.
Continuano a giungerci richieste di formazioni specifiche da tutta Italia e più oltre.
Ecco alcune di queste richieste:
- Ho una classe di adolescenti difficili, i genitori sono anche peggio; c'è la questione del cyberbullismo e della "dipendenza da internet" (!!) su cui ci sono anche fondi, che possiamo fare?
- Fondi PNNR?
- Progetti europei? (per gestire i quali, tutti ricorrono a: Google e/o Microsoft e/o altre BigTech...)
- GGP (Gruppo Genitori Preoccupati - per i social, la perdizione dei pargoli, ecc ecc)?
- RS (Ricercator Scioccat dalle "nuove pratiche" USA: sequestro computer ecc.)?
- ASS (Attivist Sui Social)?
- Nella mia cooperativa/azienda/scuola/università l'infrastruttura informatica è passata su Google/Microsoft/Amazon AWS e ora ci sono corsi sul "buon uso dell'IA", che faccio, scappo?
- Vi par tanto brutto scriver progetti con l'aiuto di chatbot? Progetti sociali, eh?
- Per rendicontare il progetto X, devo mettere sul sito / social Y delle immagini dei minori con cui lavoro... come faccio per non schedarli?
- Guerre, Distruzioni e altre amenità che ci toccano ma non troppo, e noi facciamo... pedagogia hacker? Ma davvero?
Ma anche richieste di assaggi di quel che facciamo, di incontri per confrontarsi sui temi più scottanti: quello dei social media, che ormai "scotta" da quindici anni buoni... e quello dell'IA, che "scotta" da appena un lustro e ci ha già abbondantemente stufato.

Perché questa formazione?
Lo scopo dell'incontro è stato quello di formarsi insieme come persone capaci di proporre/condurre laboratori di pedagogia hacker, esplorando e sperimentando alcuni degli strumenti e metodologie presenti nell'omonimo libro.
Abbiamo meticciato le nostre competenze in un percorso laboratoriale nel quale abbiamo presentato alcuni strumenti messi a punto in questi anni per formare e organizzare. Non come semplici strumenti, ovviamente, ma come mezzi che giustificano dei fini: i fini dell'emancipazione personale e collettiva, dell'estensione delle libertà nell'uguaglianza per tutte le persone, gli esseri viventi e non. Mezzi per realizzare le nostre utopie 😀

La tecnica è da sempre fonte di meraviglia. Abbiamo bisogno di riprendere in mano la capacità di gestirla in maniera autonoma, di auto-gestirla a tutti i livelli, per poterci meravigliare ancora e continuare a giocarci. Ci serve più potere di azione, riflessione, interazione. People have the power - ma ce ne serve di più, di potere. Le nostre attività e attivazioni sono pensate come giochi per aiutarci a esercitare l'immaginazione, individuale e collettiva: persone più forti e capaci, insieme.
Certo non abbiamo metodi infallibili da proporvi né soluzioni ideali. Non ci interessano e nemmeno ci speriamo, poiché "la speranza è una trappola", ma abbiamo fiducia. Fiducia nelle relazioni che si possono costruire, fiducia che insieme possiamo riattivare una sana dose di immaginario condiviso, sociale.

Cosa abbiamo fatto nel concreto
Circa venti persone si sono riunite insieme alle nove di mattina del 18 ottobre presso l'ARCI Guernelli di Bologna che ci ha ospitate. Erano presenti 16 partecipanti e 6 circensi. Dopo il caffè indispensabile per il risveglio e dopo esserci assestate in una delle grandi stanze dell'ARCI abbiamo cominciato a conoscerci attraverso le sociometrie. Abbiamo fatto analisi e osservazione con sguardo obliquo dei corpi in relazione con le macchine: attività di codifica e decodifica a partire da quello che ci fa stare male e quello che ci fa stare bene delle tecnologie digitali, abbiamo composto haiku e raccontato storie (tipo questa).
Dopo un delizioso pranzo con le lasagne e dopo un ulteriore caffè e quattro chiacchiere con i ragazzi e le ragazze del quartiere che passavano il tempo in cortile abbiamo ripreso i lavori.

Nel pomeriggio ci siamo messe dalla parte delle macchine e abbiamo fatto analisi e osservazione con sguardo obliquo dei corpi delle macchine in relazione a noi. Così si è giocato con l'analisi emotiva d'interfaccia, evocazioni di demoni dell'interfaccia e incontri con macchine aperte (tendenza conviviale): pad, cloud autogestiti, creazione account reciproca, sai creare una password sicura?
Poi tutti a nanna! Macchè! La serata e continuata tra chiacchere, cibo e alcool (per chi beve) sotto i portici di Bologna...

La mattina seguente, sempre alle nove di mattina, anche per chi aveva fatto le ore piccole, abbiamo ripreso il nostro lavoro immaginando le attività possibili che ognuna riporterà nel proprio mondo e ci siamo lasciate con un piccolo rituale digitale collettivo con immagini scattate sul posto e anafore...
... e mentre tutto questo accadeva c'era chi registrava e sbobinava con https://subsai.vulgo.xyz per documentare tutto. Chi scattava foto e le dava in pasto a Krita con IA Diffusion, modelli di ia generativa open source che girano in locale.
Ci siamo salutati, un po' tristi per il tempo trascorso così rapidamente, affaticate certo ma anche rigenerate da tante pratiche da riportare nei nostri contesti. Questo è solo l'inizio, è tardi è vero! Ma proprio per questo c'è molto da darsi da fare!
Grazie a tutte e tutti i partecipanti, all'ARCI Guernelli che ci ha ospitate, agli amici e le amiche bolognesi che ci hanno dato un letto e un tetto per dormire o che ci sono passate a salutare e alle circensi che sono intervenute!

*Nella realizzazione delle immagini che corredano questa restitutizione nessuna macchina è stata maltrattata e nessun dato o metadato sensibile è stato dato in pasto alle tecnologie del dominio.


