Tecnologie appropriate per spazi conviviali - Perugia


Tecnologie appropriate per spazi conviviali - Perugia

MERCOLEDÌ 7 OTTOBRE, ALLE ORE 18
Edicola 518 e Emergenze presentano:
Lezioni di anarchia vol. 2, cap. IV
TECNOLOGIE APPROPRIATE PER SPAZI CONVIVIALI

lezioni di anarchia perugia

MERCOLEDÌ 7 OTTOBRE, ALLE ORE 18
Edicola 518 e Emergenze presentano:
Lezioni di anarchia vol. 2, cap. IV
TECNOLOGIE APPROPRIATE PER SPAZI CONVIVIALI
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A cura di C.I.R.C.E. (Centro internazionale di ricerca per le convivialità elettriche)
Con Carlo Milani (hacker) e Agnese Trocchi (social media strategist e copywriter)
In giardino oppure al chiuso, secondo il meteo.

Ultimo appuntamento dell'anno e del secondo ciclo con le Lezioni di anarchia.
Torna Carlo Milani, già protagonista insieme a Ray Lorenzo del capitolo introduttivo sulla città. E torna con C.I.R.C.E. per insegnarci che la tecnologia non è malefica di per sé ma è malefica perché ha dei padroni. E più che rigettarla in toto bisognerebbe imparare ad utilizzarla senza obbedire né comandare.

Giocare come i bambini, riprendersi degli spazi occupati dai
tecnoburocrati, ci ha detto Raymond Lorenzo.

Lo sguardo dello Stato arriva a leggerci come mai prima d'ora, e siamo noi a farci profilare: abbiamo bisogno di un po' d'opacità, ha aggiunto Stefano Boni.

Tutto comincia con la non-accettazione, il non accettare che il mondo è così com'è; e quindi da un pensiero che capace di farsi azione, hanno discusso Giacché e Fofi.

Come fare? La pedagogia hacker è una modesta proposta per mettere in opera tecnologie appropriate: inclusive, sostenibili, sobrie, conviviali... libere. Possiamo giocare anche negli spazi della tecnoburocrazia, è possibile sottrarsi alla schedatura individuale e di massa, così come tradurre in pratiche concrete e condivise le nostre riflessioni. Ma dobbiamo smettere di accettare come inevitabile l'esistenza di macchine serve dei nostri capricci; smettere di accettare la sorveglianza come necessario corollario della tecnologia. Per questo dobbiamo imparare a disobbedire in primo luogo alle sirene del conformismo e della comodità, degli automatismi comportamentali che sostituiscono la libertà di scelta. Nessuno ci obbliga a partecipare alle società della prestazione con una pistola puntata: ci piace contribuire perché è tanto più facile cliccare piuttosto che organizzarsi in maniera autogestita. L'automazione non è scritta nel destino di questo pianeta, si realizza giorno per giorno anche grazie ai nostri piccoli gesti.

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